Controllo Documentale

Sei un importatore e vuoi sapere se le carte che ti danno vanno bene? Vuoi un fascicolo tecnico da far vedere ai tuoi clienti per renderti affidabile? Questo è il nostro lavoro

martedì 24 agosto 2010

MACCHINE VECCHIE IN OFFICINA

Cosa fare quando si hanno in officina, in fabbrica, macchine ancora ben funzionanti ma precedenti alla Direttiva Macchine e quindi non marcate CE:
le richieste di adeguamento in questo senso le abbiamo ultimamente svolte applicando quanto previsto nella Nuova Direttiva, con la procedura di valutazione del rischio (ISO 14121) applicata ai

requisiti previsti dall'ALL V e dall'ALL VI del TU 81/08, per individuare i punti critici da risolvere e le protezioni da installare.
 Si tratta di un lavoro spesso ingrato, mancando schemi e disegni, ma potendo generalmente fare affidamento sull'esperienza e sulla professionalità dei tecnici presenti e abituati ad intervenire

sulle macchine in esame.
Il punto fondamentale è la redazione del Manuale di istruzioni, che serve in particolare come base di partenza per la formazione alla sicurezza degli operatori, perchè conoscano i rischi residui, e

non eludano le nuove protezioni installate e segnalino possibili miglioramenti.
Lo spirito della legge, e lo scopo del nostro inetrvento, infatti non è quello di ostacolare il buon uso produttivo della macchina, ma il suo utilizzo sicuro.
Ad esempio certi meccanismi di caricamento e disimpegno della macchina vengono automatizzati di più e resi più ergonomici, con notevole guadagno produttivo; quando addirittura non venga

introdotto qualche PLC che alleggerisce l'utilizzo di manodopera e introduce anche risparmio in termini di costi fissi.

nuovo sito produttivo

Alcuni interventi di quest'ultimo periodo riguardano clienti che, dopo molte esitazioni, hanno deciso di spostare il sito di produzione.
Talvolta questo capita per mancanza di spazio, quando la crescita dei magazzini e l'incremento delle macchine o delle linee è diventato eccessivo e impedisce di muoversi con efficienza.
Talvolta capita per problemi col ... vicinato: proteste per il rumore, per gli odori, e così via.
Comunque è sempre un problema: non tanto e non solo per l'investimento da affrontare, quanto per la burocrazia.
Regolamenti, Leggi e Decreti, Direttive... tutto congiura per far sì che il legale rappresentante non possa mai sentirsi a posto. E' arduo spesso compilare semplicemente l'elenco completo degli adempimenti.
Ci è capitato anche che le disposizioni di un ente di controllo (Comune) contrastino con quelle di un altro (ASL). E che subentri sul più bello l'ARPA con problemi di bonifiche, confliggendo con la provincia. A quel punto non basta più la competenza tecnica: ci vuole buon senso e tanta pazienza, facendo da scudo al cliente, prima che si arrabbi!
I buoni rapporti che col tempo si instaurano coi funzionari vengono buoni, nel tempo. Mai cercare di forzare: tutti hanno le loro ragioni.
E alla fine si arriva a compromessi accettabili anche e soprattutto dal punto di vista economico.

Qualità totale

Capita che per certi nostri clienti sia stato più semplice certificare il proprio sistema di produzione con la garanzia di Qualità, invece di certificare ogni tipo di prodotto.
In questo caso è necessario che vi siano evidenziati degli audit, compiuti da terzi, per verificare periodicamente – nell’intervallo tra le visite di sorveglianza dell’ente notificato – che tutti i requisiti siano rispettati.
Ciò è valido per molte direttive, ed è particolarmente frequente per la ATEX, ed è prevista anche nella nuova direttiva macchine.
Quindi ci troviamo talvolta ad assistere i clienti nell’effettuazione di audit che riguardano sia la ISO 9001 sia la Direttiva Nuovo approccio.
In questo modo il nostro cliente non deve dedicare risorse alla questione Sistema di Qualità: e generalmente ci chiede di coprire anche la figura del rappresentante della Direzione.
Anche questo è un sostegno alle PMI capofila, che esportano e che hanno bisogno che i fornitori di componenti li seguano rapidamente e con competenza.

lunedì 23 agosto 2010

Capofila esigente per esportare - richieste di adeguamento del prodotto

Le regole diventano sempre più costose e burocratiche da rispettare... c'è sempre più carta....
Dopo il recente abbassamento dell'euro abbiamo vissuto un'impennata delle richieste per commesse all'estero. In questi casi l'azienda capofila si preoccupa di controllare accuratamente i componenti che vengono poi assemblati nel prodotto finale. Ciò determina un processo di verifica a cascata di tutta la documentazione con difficoltà di comunicazione tra le parti data dalla lingua e dalla scarsita del tempo a disposizione. La richiesta è sempre per ieri l'altro...
Ci siamo dovuti quindi attrezzare per capire le osservazioni e le modifiche richieste dalla capofila per aiutare il fornitore di componenti (ad esempio un astucciatrice, un avvolgitore, una rettificatrice, ecc...) a soddisfare nel più breve ed economico possibile la richiesta ricevuta.

Ad esempio avviene con una nostra presenza in officina o nell'ufficio tecnico per uno o più giorni consecutivi fino alla conclusione del lavoro.

Check Dichiarazione di Conformità

un altro modo per sostenere le aziende che esportano (nostra mission) consiste nella verifica accurata della documentazione che accompagna la fornitura. Si tratta di vedere la correttezza della marcatura CE (targa), della dichiarazione di conformità, del manuale di uso e manutenzione (manuale di istruzioni). Dopo aver trovato gli eventuali errori per disattenzione o più frequentemente incompletezza, aiutiamo i vari fornitori più piccoli a mettersi in regola. Di solito i piccolini non hanno le dimensioni sufficienti per avere un vero e proprio ufficio tecnico. 

Analisi documentazione in vostro possesso

Spesso veniamo chiamati da aziende specializzate in direttiva macchine per verificare se la fornitura in oggetto è soggetta ad altre direttive (PED - ATEX) per le quali l'ufficio tecnico non si sente sufficientemente esperto e qualificato.
In questi casi il problema è la effettiva disponibilità di tutte le informazioni necessarie e l'eventuale esistenza di norme armonizzate di tipo C  (ad. esempio UNI) che ci permettano di diminuire la discrezionalità della scelta da compiere. La relazione tecnica che conclude questo tipo di intervento ci viene di solito richiesta come guida per ottimizzare e scegliere il percorso più opportuno per arrivare alla dichiarazione di conformità. Di solito il nostro ruolo si definisce meglio come interfaccia tra il nostro cliente e colui che ha posto il problema (ad esempio: ente notificato, cliente, asl, banca o istituto di credito)

Infortunio vicinanze macchina - controllo documentazione

Quando avviene un infortunio (magari grave) per cui interviene la ASL succede che vengano esaminate le situazioni e tutte le apparecchiature e macchine nella zona interessata. Quindi avvengono dei controlli non per colpa del prodotto o della singola macchina, ma solo perchè si trovano nelle vicinanze dell'incidente. Ovviamente i controlli in questo caso sono più attenti del solito: è preferibile allora che tutte le carte siano in regola. Sia per chi ha comprato ed installato le macchine, sia per chi le ha costruite e vendute.

ad esempio:
un nostro cliente ha dovuto chiamarci d'urgenza, su richiesta dell'azienda cui ha venduto la macchina,  per controllare accuratamente il fascicolo tecnico ed il manuale perchè li doveva presentare alla ASL entro pochi giorni. Ed abbiamo riscontrato e corretto varie cose, soprattutto riguardo alla valutazione del rischio. In particolare si è trattato di aggiornamenti normativi, di adeguamenti per modifiche introdotte nel tempo, di colmare alcune lacune di informazione nel manuale (uso scorretto o vietato della macchina).

venerdì 20 agosto 2010

Non pago se non è marcata CE

Sempre più spesso ci sta capitando di trovare situazioni di litigio tra cliente e fornitore per la marcatura CE. Di fatto la mancanza delle sicurezze necessarie alla marcatura CE sta diventando sempre di più un'ottimo motivo per non pagare la il macchinario.

Facciamo 2 esempi diversi:
primo caso:
il cliente riceve la macchina e si accorge che non va bene. Nei controlli periodici che riceve gli viene segnalata la pericolosità della macchina e chiede al costruttore di sistemare. Il costruttore si accorge che costa troppo sistemare o che la macchina cosi fatta non è sistemabile secondo le richieste e si rifiuta. Di fatto si crea una situazione di stallo e gli unici a guadagnarci sono gli avvocati.

secondo caso:
il costruttore della macchina consegna la macchina al cliente. Il cliente a causa della crisi non riesce a pagare la macchina secondo quanto pattuito nell'ordine e cerca di rimandarla indietro. Ovviamente il costruttore si rifiuta e pretenda il suo. Di fatto iniziano a discutere.... messo nell'angolo il cliente scopre (con qualche consulente) che la macchina non ha tutte le sicurezze necessarie e si rifiuta di pagare.
Anche in questo caso gli unici a guadagnare sono gli avvocati....

Forse non sarebbe il caso di pensare alla marcatura durante la progettazione della macchina???
in questo modo i costi da sostenere sarebbero più chiari ed il rapporto cliente fornitore più trasparente.

lunedì 2 agosto 2010

la valutazione dei rischi della macchina assemblata in fabbrica e la certificazione CE - Continua

commento alla nostra risposta:
Una cosa però: l'impianto è composto da un forno che brucia rifiuti e genera vapore per mezzo di un'altra "macchina" che poi viene mandato ad una turbina che genera energia elettrica. I fumi mandati ad un sistema di filtri e poi ad abbattimento (questo in soldoni)... le parti hanno ognuna un loro scopo ben definito: non dovrei avere in questo caso diversi insiemi di macchine? Ognuna in realtà potrebbe funzionare singolarmente (il forno brucia rifiuti e potrebbe farlo senza recuperare calore, la turbina usa il vapore generato dall'impianto di recupero calore, ma potrebbe benissimo prenderlo altrove, l'impianto id abbattimento - al di là del fatto che sarebbe illegale - potrei anche non averlo e la macchina funzionerebbe comunque ecc).
Certificare tutto l'impianto, per fare un parallelo con le chimiche, sarebbe come dire che tutto l'impianto chimico (dai serbatoi di stoccaggio dei solventi fino al post combustore) è un'unica macchina. Che francamente mi sembra eccessivo.

nostra risposta:
Per cautelare le persone devi garantire un funzionamento sicuro dell’insieme. E la UNI EN 13849 vale proprio per il quadro di comando e tutte le sicurezze interconnesse (quale SIL necessario?).
Puoi certificare ogni singola macchina, ma per venderla da sola, isolatamente. Ma per l’insieme funzionante devi verificare la conformità ai RESS dell’insieme. Attenzione anche a PED e Atex (area già classificata?), dopo la precisazione che fai qui sotto.
Per escluderle lo devi dimostrare. E comunque valutare i rischi esplosione ecc per escluderli.

Se ti serve ti allego uno schemino standard che usiamo noi internamente, per la 2006/42, su come procedere in modo ordinato, ma che vale anche per le altre, di principio. È chiaro che per te vale soprattutto la “combinazione di pericoli”.
E poi guarda il materiale dal ns sito sulla applicazione di più direttive simultaneamente: direttive_simultanee

la valutazione dei rischi della macchina assemblata in fabbrica e la certificazione CE

Domanda:
Avrei bisigno di una dritta sulla direttiva macchine. Lavoro in un inceneritore che brucia rifiuti per produrre energia elettrica. Un impianto simile è in fase di revamping e abbiamo acquistato delle nuove macchine che abbiamo assemblato a costituire l'impianto. Ora dovremmo fare la valutazione dei rischi della nuova macchina (la valutazione richiesta per i RES ovviamente) e si pone il problema di come "delimitarla" e di come gestire la certificazione CE. Quello che vorremmo capire (e che vorrei mi aiutaste a capire) è se DEVO certificare obbligatoriamente CE la nuova macchina o basta redigere un fascicolo tecnico e con che criterio devo decidere dove comincia e dove finisce la macchina all'interno dell'impianto.

Risposta
Ciao.
Sei pienamente dentro almeno la 2006/42. Ma forse non solo: EMC? LVD? Di sicuro.
Devi fare la dichiarazione di conformità per tutte le direttive concernenti!
E quindi rispettare tute le condizioni (RESS) degli All I delle Direttive Nuovo Approccio.
Da come scrivi devi “marcare CE” l’insieme (l’impianto), non solo le macchine o parti …
Lo deve fare chi mette l’insieme in funzione. Obbligatorio già da art 3 D Lgs 17/2010.
Quindi valutazione dei rischi come da ISO 14121, con pericoli + rischi da ISO 12100 1 e 2 + Norme tipo C esistenti.
Probabilmente validare il sistema di comando dell’impianto con la ISO 13489 (allegata per comodità).
Quindi tutto materiale Fasc. Tecn. come ad es. da All VII Dir M. da mettere insieme.
Quindi Manuale uso e manutenzione (che è parte del fasc. tecnico e fatto come da par. 1.7.4 All I, per cominciare).
Tutto necessario e obbligatorio.
Con nomina persona autorizzata a costituire il fasc tecnico.

Telefonami se ti servono chiarimenti.