Innanzitutto bisogna osservare che non ci si
può sottrarre ad una messa “in regola” sia di sostanza sia documentale. Infatti
con il DM 329/2004 entro il 2009 si sarebbe dovuto procedere alla
regolarizzazione con ISPESL.
Di sostanza
perché comunque è in vigore il TU sulla
sicurezza: TU 81 / 08 Allegato
5 –
Requisiti di sicurezza delle attrezzature di
lavoro costruite in assenza di disposizioni legislative e regolamentari di
recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, o messe a disposizione dei
lavoratori antecedentemente alla data della loro emanazione
Parte I
Requisiti Generali Applicabili A Tutte Le Attrezzature Di
Lavoro
1.
Osservazioni Di Carattere Generale
2.
…Omissis..
Parte Ii
Prescrizioni Supplementari Applicabili Ad Attrezzature Di
Lavoro Specifiche
1 Prescrizioni applicabili
alle attrezzature in pressione
1.1
Le attrezzature, insiemi ed impianti sottoposti a pressione di liquidi, gas,
vapori, e loro miscele, devono essere progettati e costruiti in conformità ai
requisiti di resistenza e idoneità all'uso stabiliti dalle disposizioni vigenti
in materia, valutando in particolare i rischi dovuti alla pressione ed alla
temperatura del fluido nei riguardi della resistenza del materiale della
attrezzatura e dell'ambiente circostante alla attrezzatura stessa
Documentale
Perché il DM 329/2004, applicabile pienamente dal 2009,
prescrive all’art. 6 che attrezzature e recipienti devono avere una “messa in
servizio” da parte dell’INAIL (ISPESL) con allegata la Relazione tecnica, e
verifiche periodiche sistematiche (ASL). E quando ciò non sia avvenuto, ma
magari è stata presentata la dichiarazione di messa in servizio, comunque tale
documentazione a suo tempo presentata va aggiornata e adeguata (art. 16).
Deve
cioè contenere:
a)
una descrizione sintetica del recipiente o della tubazione (impianto,
identificazione, condizioni di esercizio, fluido, dimensioni, accessori di
sicurezza);
b)
la classificazione della attrezzatura secondo i fluidi e le categorie previste
dal decreto legislativo n. 93/2000;
c) una
valutazione sullo stato di conservazione ed efficienza della attrezzatura”
e ci
riconduciamo quindi alla procedura generale oggi in vigore
LA RELAZIONE
TECNICA E L’ ITER PER LA MESSA IN SERVIZIO DI UNA APPARECCHIATURA IN PRESSIONE
L’acquisto di un’attrezzatura a pressione soggetta
alla PED (Pressure Equipment Directive) o alla direttiva SPV (Simple Pressure
Vessels) è regolato dalle corrispondenti Specifiche Tecniche; in tali
specifiche sono indicati i documenti richiesti al Fabbricante.
In particolar modo sono richiesti (1) la marcatura
CE, (2) la dichiarazione di conformità firmata in originale, (3) il manuale
d’installazione, uso e manutenzione in lingua italiana, (4) i disegni
costruttivi e gli schemi di comando.
Se necessario, in funzione della classificazione
del sito dove l’apparecchiatura viene installata, al Fabbricante viene fornito
il contenuto relativo all’analisi del rischio per la definizione dei Requisiti
Essenziali di Sicurezza.
L’installazione delle attrezzature a pressione
viene eseguita conformemente al manuale d’installazione, uso e manutenzione del
Fabbricante e alle altre norme di sicurezza.
Al termine delle operazioni di montaggio la ditta
installatrice rilascia al committente la dichiarazione di corretta
installazione firmata in originale (oppure si produce una autodichiarazione se
il committente ja provveduto direttamente).
Simultaneamente all’installazione il committente predispone la relazione
tecnica indicata all’art. 6 del D.M. 329/2004.
Al momento del sopralluogo dell’INAIL_ISPeSL il
committente deve mettere a disposizione del verificatore tutta questa
documentazione, prevista appunto dal D.M. 329/2004, tra cui la Relazione
Tecnica.
CONTENUTI DELLA RELAZIONE TECNICA:
MOTIVAZIONE
Si deve redigere come definito
alla lettera b/par.1 dell’art.6 del D.M. 329/2004, per dare evidenza che le
condizioni d’installazione e di esercizio, le misure di sicurezza, protezione e
controllo adottate sono conformi a quanto richiesto. In particolare si vuole
dimostrare che durante il normale esercizio la pressione e la temperatura si
mantengono a valori inferiori a quelli di progetto e che i dispositivi di
controllo, regolazione e sicurezza sono tali da impedire che le prevedibili
anomalie di esercizio possano determinare il superamento dei valori
progettuali.
DATI
GENERALI
Si indicano: l’impianto di
installazione, la sigla identificativa, il Fabbricante ed il N° di Fabbrica, la
categoria di rischio ed il modulo utilizzato, l’Organismo Notificato e la
funzione dell’attrezzatura. Inoltre sono indicati la natura e lo stato fisico
del fluido, le condizioni di progetto (PS e TS), le condizioni d’esercizio (Pe
e Te) ed il volume.
PRODOTTI TRATTATI
Vengono riportate le caratteristiche chimico-fisiche dei prodotti
chimici presenti nell’attrezzatura a pressione o vengono allegate le
schede di sicurezza. Inoltre viene
dichiarato che nel fluido contenuto non sono presenti sostanze tali da
comportare particolari effetti
corrosivi all’attrezzatura a pressione ed all’eventuale accessorio di
sicurezza
DESCRIZIONE
PROCESSO
Viene descritto il funzionamento dell’attrezzatura facendo riferimento
allo schema di processo (che viene allegato) ed ai sistemi di
protezione, controllo e regolazione
ALLARMI-BLOCCHI-ACCESSORI
DI SICUREZZA
Per i dispositivi di allarme e blocco vengono indicati la sigla, la
funzione, il set e l’azione svolta.
per gli accessori:
– le
caratteristiche del dispositivo di sicurezza (sigla, tipo, fabbricante, N°
lotto/fabbrica, tipo, area di scarico, pressione di taratura/frattura,
sovrapressione/tolleranza di frattura);
– le
condizioni di scarico (contropressione, pressione critica, natura e stato
fisico fluido, ipotesi di scarico dimensionante, portata da scaricare, area
minima necessaria, e -se scarico convogliato - eventuali intercetti da
sigillare aperti, eventuali allarmi, ecc.).
ANOMALIE EMISURE DI
SICUREZZA
Sulla base dell’analisi dei rischi, viste le condizioni di esercizio, i
fluidi presenti, le condizioni dell’impianto ed i parametri di progetto,
vengono indicate le prevedibili anomalie che possono determinare l’aumento di
pressione e/o di temperatura. Tra queste vi possono essere:
– l’incendio
esterno;
– le
anomalie di esercizio (apporto di calore da sorgenti esterne non dovute ad
incendio; disservizi dei controlli automatici o dei meccanismi di regolazione
automatica compresi i dispositivi di riduzione della pressione, p. e. il guasto
di uno strumento, la mancanza di energia elettrica o di aria strumentale;
disservizi, quali mancanza acqua di raffreddamento, mancanza vapore, mancanza
combustibile, mancanza gas inerte, mancanza di fluido assorbitore; rottura di
tubi scambiatori; colpo di ariete; immissione di sostanze; reazione chimica;
espansione di liquido per calore tecnico; errori umani; altro).
Ogni anomalia considerata viene descritta indicando l’eventuale norma di
riferimento, la causa che ha creato l’anomalia, quali sistemi di prevenzione
sono presenti (allarmi di processo, supervisori operativi, sistemi strumentali
di controllo, pressostati, termostati, livellostati), quali sistemi di
protezione (valvola di sicurezza, disco a frattura prestabilita).
In caso di installazione di
dispositivo di sicurezza (valvola di sicurezza, disco a frattura prestabilita)
viene allegata la relazione di calcolo.
ALLEGATI
l’Analisi dei Rischi;
– relazione
di calcolo Valvola di Sicurezza;
– il
certificato del Fabbricante e di taratura dell’eventuale accessorio di
sicurezza;
– nel
caso di scarico convogliato o di guardia idraulica, nota tecnica di
dimensionamento;
– eventuale
curva caratteristica della pompa;
– schema d’impianto.