Controllo Documentale

Sei un importatore e vuoi sapere se le carte che ti danno vanno bene? Vuoi un fascicolo tecnico da far vedere ai tuoi clienti per renderti affidabile? Questo è il nostro lavoro

mercoledì 29 settembre 2010

Schede dei Dati di Sicurezza - Nuove modifiche


A partire dal 1° dicembre 2010 fabbricanti/importatori ed utilizzatori a valle di Sostanze e Miscele Pericolose si troveranno ad operare in uno scenario completamente diverso rispetto al passato
Il 1° dicembre, infatti, è la prima delle scadenze fissate dal Regolamento (CE) n.1272/08 (CLP) che va a modificare i criteri di Classificazione Etichettatura ed Imballaggio (il cui riferimento per gli ultimi 40 anni è stata la Direttiva 67/548), ma anche (non a caso) è la prima delle scadenze fissate dal Regolamento (CE) n. 453/2010 i cui allegati andranno a sostituire l’allegato II del REACH che riporta le prescrizioni relative alla Scheda Dati di Sicurezza – SDS.

Le tappe più significative del passaggio ai nuovi criteri di redazione delle SDS sono:
  • Fino al 30 novembre 2010, i fornitori di sostanze e miscele potranno redigere le SDS secondo i requisiti indicati dall’attuale Allegato II del Regolamento REACH, pur potendo applicare l’Allegato I del Regolamento N. 453/2010.
  • A partire dal 1° dicembre 2010, i fornitori di sostanze e miscele, dovranno obbligatoriamente fornire SDS redatte in conformità all’Allegato I del Regolamento N. 453/2010 con specifiche deroghe (art. 61, paragrafo 4, del Regolamento CLP)
  • Dal 1°giugno 2015 i fornitori di sostanze e miscele, dovranno obbligatoriamente fornire SDS redatte in conformità all’Allegato II del Regolamento N. 453/2010, sempre con specifiche deroghe. 
Infine, ancora una volta ricorre il 1° dicembre 2010, poichè da questa data fino al 3 gennaio 2011 fabbricanti/importatori di sostanze chimiche soggette a processo di Registrazione REACH e di sostanze pericolose fabbricate e/o importate in quantitativi inferiori ad 1 ton anno (esenti da Registrazione) dovranno procedere alla “NOTIFICA” della loro classificazione ed etichettatura ai sensi dell’art. 40 del Reg (CE) n.1272/08 (CLP).

giovedì 2 settembre 2010

COSA DARE AL CLIENTE con il prodotto????

Domanda frequente che ci capita: assieme alla macchina/attrezzatura cosa devo dare al cliente per non avere problemi?
In pratica bisogna marcare il prodotto con la targa CE opportuna, preparare il manuale di istruzioni (uso e manutenzione) nella lingua dell'utilizzatore, contenente la dichiarazione di conformità, con indicato il legale rappresentante e l'incaricato per il fascicolo tecnico.
Attenzione: il manuale ha dei contenuti minimi obbligatori, che sono elencati nella Direttiva o anche -meglio - nelle Norme Armonizzate concernenti il prodotto venduto.

Per importare attrezzi manuali - utensili elettrici e così via da paesi extraeuropei (esempio Cina), non accontentandosi di fare i distributori, ma volendo marcare i prodotti col proprio logo come produttori, o meglio come responsabili dell'immissione sul mercato: cosa bisogna fare? E' una questione che ci capita spesso di trattare. Cosa facciamo?

Si tratta di analizzare il prodotto-utensile mediante prove pratiche di utilizzo, per fare una consapevole valutazione dei rischi, trovare le Norme Armonizzate specifiche se ne esistono, far chiedere dal nostro cliente importatore i test necessari al fabbricante cinese e le istruzioni da completare (e tradurre).
Una cosa iinteressante che aggiungiamo, se il volume di merce lo giusitifica, è il controllo prima dell'imbarco, in CIna, mediante una nostra consociata.
L'esperienza che ne ricaviamo è quanto di più variabile si possa immaginare, perchè si risocntrano situazioni strane sia con i nostri clienti sia con il fabbricante. Provare per credere.

Serve la certificazione ISO 9000 ? in genere i nostri clienti si lamentano che è solo carta. Un inutile aggravio di lavoro e di costi.

Invece si rivela inaspetttamente una cosa importante, uno strumento fondamentale, quando l'imprenditore si rende conto che deve rivedere la propria struttura organizzativa, a seguito di cambiamenti avvenuti importanti.
A volte per ammodernare la linea dei prodotti, a volte perchè sono avvenuti cambiamenti societari,a volte per un bel ritmo di crescita: sempre per ottenere un supporto al management aziendale, o per costruirlo ex novo.
Come procediamo allora: si stende un percorso analitico condiviso, con cui si individuano i processi ed i punti critici e di controllo, si fissano le responsabilità ( o si individuano buchi e carenze) e poi si cercano i parametri utili a misurare la situazione ed il miglioramento. Per questa strada poi le ricadute sono molteplici e interessanti, perché il sistema qualità tocca tutti i punti nevralgici. Quindi per noi è interessante e motivante.
Proprio quando pensiamo che le consulenze per ISO 9001 siano un fenomeno ormai passato, non più di moda si direbbe, succede che ne arrivino un certo numero. E tutte interessanti.

La gestione del cosiddetto rischio residuo si fa in tanti modi tra i nostri clienti: generalmente si utilizza buona cartellonistica (pittogrammi magari) e informazione (istruzioni operative scritte e consegnate).

Ma la miglior gestione a nostro parere la fa chi utilizza vere e proprie procedure predisposte appositamente: con molte immagini e poco testo. Con manuali sintetici, molto illustrati, protetti con buste trasparenti e appese alle macchine o vicino ai fogli di lavorazione o di commessa.
Ci capita di prepararli assieme ai manuali relativi alla marcatura del macchinario.
E sono importanti comodi strumenti per la formazione (con verifica dell'apprendimento). Talvolta diventano utili anche per migliorare l'attenzione degli operatori (far tutto bene alla prima volta)  e quindi la produttività

Spesso non basta, per i produttori di macchine, esibire la marcatura CE quando consegnano l'apparecchiatura (ed emettono la fattura).

Quando il cliente è una grande impresa, ben strutturata, capita che il Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) esamini accuratamente la macchina e vi riscontri cose che a suo parere sono delle irregolarità, delle non conformità. E bloccano la messa in servizio, o peggio, respingono e restituiscono il prodotto.
E' capitato ad esempio con Henkel, Nestlè, Kraft, Luxottica, ENI, Textron e così via: segnalano e bloccano o restituiscono le macchine.
A quel punto interveniamo noi: non è particolarmente esaltante, perchè è un pò tardi. Era meglio fare un controllo accurato prima di chiudere la commessa.
Comunque sempre abbiamo esaminato le osservazioni e le abbiamo confutate con ottimi argomenti quando possibile. Altrimenti non ci è rimasto altro che assistere il fabbricante nella messa a norma completa, cercando le modalità più semplici ed economiche.

Cosa fare quando il nostro cliente ha bisogno di supporto per costruire il fascicolo tecnico, ma lo deve fare per un numero elevato di prodotti differenti? Mica si può pensare che si possa spendere una cifra importante per questo.

Da tempo proviamo a risolverlo in questo modo:
parte della procedura di valutazione del rischio la facciamo insieme, col loro ufficio tecnico, con un intervento presso il cliente di due-tre giorni consecutivi.
In questo modo l'ufficio tecnico si impadronisce del metodo e delle conoscenze, e può utilizzare noi solo per questioni complesse o casi dubbi, o contatti con l'ente notificato.
funziona.

per sdoganare, per importare che si deve fare? chi vuole distribuire in Italia dei prodotti importati, che deve fare?

ci chiedono: ...  "siamo in cerca di una azienda che esegua la marcatura CE su questi prodotti di importazione. (segue succinta descrizione)  Ci vogliamo affidare ad una azienda seria e competente, ... Le mie domande sono queste:
-    e’ possibile eseguire la marcatura CE su  questi prodotti?;
-    c’e’ bisogno di qualche documentazione particolare da fornirvi?;
-    e’ possibile avere un preventivo per la certificazione? "
la cosa migliore in questi casi è di parlare, telefonare, capire meglio.
dare informazioni e consigli fa parte del nostro lavoro.
Pare meritevole chi si preoccupa di fare le cose ma meglio, e merita sostegno. perchè spesso incontriamo chi importa senza scrupoli, magari apponendo marcature improvvisate. salvo poi trovarli su RAPEX, CON IL RITIRO DAL MERCATO. http://ec.europa.eu/consumers/dyna/rapex/  )

non solo la marcatura CE della macchina, talvolta è sufficiente.

Abbiamo visto che talvolta il cliente, specialmente se si tratta di una multinazionale, pretende di più. Pretende documentazioni relative  ad esempio alla rispondenza a normative nazionali, che magari sono differenti da quelle italiane e non sono soggette ad armonizzazioni: ad esempio la normativa antincendio.
Ci stiamo facendo una certa esperienza, di flessibilità e di rapidità esecutiva (è sempre per  ... ieri).

un incarico divenuto ultimamente "di moda" è la revisione e l'aggiornamento della documentazione relativa alla 626.

le precedenti esigenze erano più blande.
ora è importante rivedere bene luoghi di lavoro e mansioni e valutare rischio per rischio, analizzando  dove si possono trovare interferenze e fissando bene tutto su apposite schede di rischio.
non basta. una volta definito cosa fare e come prevenire o proteggere, è necessario dire chi lo fa e quando e chi controlla: altrimenti tutto ricade sul legale rappresentante.  mettere in piedi in pratica un sistema di gestione della sicurezza.
facendo tutto ciò con cura capita di trovare lacune e inesattezze.
ma il risultato che si ottiene, come documentazione e come organizzazione, senz'altro oggi cautela meglio le responsabilità del legale rappresentante.

Cosa fare quando si hanno in officina, in fabbrica, macchine ancora ben funzionanti ma precedenti alla Direttiva Macchine e quindi non marcate CE:

Le richieste di adeguamento in questo senso le abbiamo ultimamente svolte applicando quanto previsto nella Nuova Direttiva, con la procedura di valutazione del rischio (ISO 14121) applicata ai requisiti previsti dall'ALL V e dall'ALL VI del TU 81/08, per individuare i punti critici da risolvere e le protezioni da installare.
 Si tratta di un lavoro spesso ingrato, mancando schemi e disegni, ma potendo generalmente fare affidamento sull'esperienza e sulla professionalità dei tecnici presenti e abituati ad intervenire sulle macchine in esame.
Il punto fondamentale è la redazione del Manuale di istruzioni, che serve in particolare come base di partenza per la formazione alla sicurezza degli operatori, perchè conoscano i rischi residui, e non eludano le nuove protezioni installate e segnalino possibili miglioramenti.
Lo spirito della legge, e lo scopo del nostro inetrvento, infatti non è quello di ostacolare il buon uso produttivo della macchina, ma il suo utilizzo sicuro.
Ad esempio certi meccanismi di caricamento e disimpegno della macchina vengono automatizzati di più e resi più ergonomici, con notevole guadagno produttivo; quando addirittura non venga introdotto qualche PLC che alleggerisce l'utilizzo di manodopera e introduce anche risparmio in termini di costi fissi.